Ci ha lasciato il nostro Presidente Onorario prof. Silvano Boccardi




Raccontare la biografia del Boccardi è un’operazione complessa per la numerosità degli incarichi che ha ricoperto, dalle attività cliniche, didattiche e scientifiche all’impegno umanitario che gli hanno conferito il titolo di “padre della riabilitazione italiana”. Tuttavia tutti coloro che l’hanno conosciuto potranno ricordare, in contrasto con la sterminata cultura, la saggezza, l’intelligenza e il costante spirito critico, la semplicità dell’uomo che preferiva essere spesso chiamato familiarmente “Silvano”.

Nato a Roma il 9.2.1923 è stato il primo Specializzato In Fisiochinesiterapia presso la neo istituita Scuola di Specializzazione di Bologna nel 1959. Pur avendo conseguito la libera docenza in Fisiochinesiterapia e rieducazione neuromotoria a Roma nel 1964, ha frequentato poco gli ambienti universitari dando invece vita alla storica Scuola per Fisioterapisti dell'Ospedale Maggiore di Milano della quale è stato prima vicedirettore e poi direttore dal 1953 al 1990 (prima presso l’Ospedale Ca Granda di Milano e poi dal 1972 all'Ospedale San Carlo). La sua profonda conoscenza della disciplina riabilitativa lo ha portato inoltre ad essere chiamato come docente presso molte scuole di specializzazione in Medicina Riabilitativa in Italia (Milano, Parma, Genova, Torino, Bologna, Firenze, …) e per fisioterapisti (Milano Università Statale, Milano San Raffaele, Brescia, Bergamo, Cremona, Mantova, Varese, Sondalo, Bosisio Parini, Conegliano, Torino, Cuneo, Genova, Padova, Vicenza, Verona, Bologna, Parma, Firenze, Roma, Latina, Bari, Brindisi, Caltagirone, …).

La sua grande dote di educatore, insieme alla sua preparazione e alla sua generosità nel concedere anche all’ultimo degli studenti il suo prezioso tempo e il suo saggio consiglio, ha illuminato e talvolta “folgorato” il cammino di moltissimi fisioterapisti e fisiatri, nonché di bioingegneri e operatori nel mondo della disabilità di ogni profilo ed età.

Primario dell'Istituto di Terapia Fisica e rieducazione motoria dell'Ospedale San Carlo di Milano dal 1968 al 1988, e' stato direttore del Centro Pilota di Milano della Fondazione don Gnocchi dal 1960 al 1975 e, grazie all’incontro con il Prof. Antonio Pedotti, cofondatore e direttore medico del Centro di Bioingegneria del Politecnico di Milano e della Fondazione don Gnocchi. Qui ha affinato lo studio nel campo della biomeccanica del corpo umano, della cinesiologia e in particolare dell’analisi del cammino che lo ha portato ad essere uno dei massimi esperti riconosciuti in tutto il mondo. Noi della Siamoc lo ricordiamo con enorme riconoscenza per l’impulso che ha dato all’ analisi del cammino in ambito clinico, come cofondatore della società e nostro presidente onorario.

In ambito riabilitativo è stato più volte vicepresidente, membro del consiglio direttivo, segretario della Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitazione, di cui è stato socio onorario, e di molte altre società scientifiche, non ultimo il Gruppo per lo studio della scoliosi (GSS).

Chi lo ha conosciuto non può non ricordare inoltre l’instancabile attività a fianco dei disabili, sia attraverso la sua competenza clinica e sia attraverso la sua generosità nella partecipazione al sostegno di varie associazioni in Italia e nei paesi in via di sviluppo, dove ha operato personalmente per diversi anni.

Il suo impegno scientifico è stato costante: membro del consiglio di redazione di numerose riviste italiane e straniere (Giornale Italiano di Medicina Fisica e Riabilitazione, La Riabilitazione, Journal de Réadaptation Médicale, Eurorehab…), è stato negli ultimi anni honorary chief editor della rivista Europa Medicophysica (oggi European Journal of Physical Medicine and Rehabilitation). Ha pubblicato otto libri (pietra miliare della riabilitazione il testo di Cinesiologia scritto insieme ad Alberto Lissoni) e oltre trecento lavori a stampa su riviste italiane e straniere, è stato coordinatore della collana di 'riabilitazione' della Ghedini Editore. Ha tradotto e curato la traduzione di numerosi libri dall'inglese e dal francese, pubblicati in Italia, in particolare ricordiamo la traduzione della sezione Medicina riabilitativa e di quella dell'apparato locomotore dell'Encyclopédie Médicochirurgicale della Elsevier.

Noi tutti che lavoriamo nel campo della riabilitazione e dello studio del movimento sentiamo di avere un grande debito con lui per il contributo straordinario alla disciplina e alla nostra formazione.

Da lui abbiamo imparato che nella scienza dobbiamo essere rigorosi e altruisti, e che dovremmo temere la mancanza di senso dell'umorismo.
Ci lascia un nostalgico ricordo nel suo blog (boccardi.blogspot.com) dove negli ultimi anni raccontava di sé e della sua visione della malattia e delle sue conseguenze.
Caro Silvano ci mancherai terribilmente, ma non passerà giorno senza che uno dei tuoi allievi ricorderà la tua preziosa lezione.


Prof.ssa Maria Grazia Benedetti
Direttore Strutture Complessa
Medicina Fisica e Riabilitativa
Istituto Ortopedico Rizzoli




In Ricordo di Silvano Boccardi
Lascia un pensiero un ricordo su Silvano Boccardi
Molti di noi l'hanno conosciuto, hanno studiato e seguito le sue lezioni.
Sempre generoso nel trasferirci il suo saper fare e il suo saper essere, per tutti noi e per la Medicina Riabilitativa un grande riferimento.
Lascia il tuo commento che potrai leggere sotto scrivendo a 
remembersilvanoboccardi@gmail.com
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 E’ stato citato il libro ‘Cinesiologia’ di Boccardi e Lissoni. Quel soggetto in calzamaglia nera che mima le posture del distrofico sono io. Era da poco stato costituito il Centro di Bioingegneria, tra Fondazione Don Gnocchi e Politecnico di Milano. Noi giovincelli neolaureati (Rodano, Santambrogio ed io) lavoravamo durante il giorno a montare e smontare la famosa ‘pedana’, le telecamere (analogiche), il ‘mixer’ che ci permetteva di sovrapporre l’immagine del soggetto in movimento all’immagine del ‘diagramma vettoriale’, e via a fotografare, stampare, misurare, fare calcoli con lo storico HP97 (calcolatore da tavolo programmabile...127 istruzioni !). E al tardo pomeriggio arrivava Lui. E ci portava articoli da leggere, si informava di cosa stessimo escogitando con tutte quelle macchine e quei fili, ci chiedeva di spiegargli i risultati, e si entusiasmava, ci stimolava, ci poneva problemi. E noi il giorno dopo a cercare di trovare qualche risposta, e lui di nuovo, sempre curioso, a mostrarci situazioni in cui le nostre ipotesi, spesso ingenue, non potevano reggere, e a dimostrarci quanto complessa e varia sia la realtà, e come non bisogni fermarsi alla prima risposta plausibile.

Il primo ricordo che ho di Lui è di una sua conferenza all’Ospedale San Carlo. E’ sempre di quei tempi. Domenica mattina. Sala stracolma di medici e fisioterapisti. Io che arrivo apposta da Varese. Le poche conferenze o seminari a cui avevo assistito fino ad allora al Politecnico erano sempre tenute da professori o ricercatori molto seri, che mostravano anche con un aspetto quasi sofferente la difficoltà del lavoro che portavano avanti e l’importanza dei risultati. Qui l’atmosfera era completamente diversa: gioiosa, vivace…e la ragione era Lui. Iniziava con qualche battuta, poi qualche aneddoto personale, e poi entrava nel tema della conferenza parlando e interagendo con i presenti. Metteva in evidenza le contraddizioni in cui ci si poteva imbattere e criticava le certezze. Sorprendeva sempre. E si addentrava in ragionamenti complessi con la leggerezza e la semplicità di chi ne ha piena padronanza. E insegnava, non solo l’argomento tecnico, ma il modo di approcciare il problema.

Gli episodi da ricordare sarebbero tantissimi, ma solo per restare in questo ambito ricordo che quasi trent’anni dopo, alla Fondazione Don Gnocchi Boccardi teneva conferenze settimanali in ore impossibili, serali, e la sala conferenze era sempre piena, con gente in piedi o seduta per terra. E non pubblicizzava l’evento: bastava il passa parola.

E un’ultima cosa, veramente sorprendente: non mancava mai di elogiare il lavoro di noi giovani bioingegneri e diceva che imparava molto da noi. Incredibile. Era veramente un grande uomo.

Carlo Frigo

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Rimanevi affascinato dal grande medico e dal suo grande sapere riabilitativo, dal suo modo scanzonato di essere scientificamente inappuntabile e sempre, sempre aggiornato come il più giovane dei ricercatori.

E poi scoprivi un uomo curioso, ironico, entusiasta, affabile ed affettuoso.

Rimarrà per sempre tra noi.

Massimo Vallasciani

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Nel nostro lavoro ci sono persone che lasciano un indelebile ricordo per la loro empatia, altre per una straordinaria competenza . Poche per ambedue le cose.
Silvano aveva , se possibile, ancora qualcosa di piu'. Una naturale capacita' di unire empatia e competenza per costruire storie, visioni ,ipotesi,tesi, e rappresentarle con straordinaria vivacita'. Ti faceva sentire partecipe della sua innata curiosita' e senza formalismi inutili diventavi suo compagno in un viaggio di esplorazione e di scoperta.
Sapeva dare un senso istintivamente allegro all'indagine minuziosa dei segni , dei sintomi di universi personali che cercavano di trovare equilibri di movimento e di vita in condizioni difficili ed a volte difficilissime.
Dissacrante e serio, unendo formule ed impressioni , sensazioni e modelli biomeccanici disegnava e ridisegnava continuamente il mondo della riabilitazione e di chi alla riabilitazione chiedeva risposte.
Non era diventato Professore : era nato Professore.
Lo sapeva e sicuramente gli faceva piacere perche', come diceva lui, era un po' vanitoso.
Ma non gli interessava. Troppo sapiente per non avere l'umilta' di ascoltare chi gli stava di fronte per cercare di imparare qualcosa di nuovo, e ripensarlo con la sua straordinaria eclettica cultura.
Grazie di tutto Prof. Boccardi: per sempre

Franco Molteni

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La prima volta che ebbi modo di ascoltare il Professor Silvano Boccardi fu in occasione di una lezione da lui tenuta presso la scuola per Terapisti dell'Ospedale S. Carlo di Milano sui disordini della postura. Mi colpìrono il rigore e la chiarezza con la quale esponeva l'argomento, e sopratutto la capacità di coinvolgere, di convincere, di trasmettere entusiasmo. Il fascino di quell'incontro influenzò profondamente il mio pensiero, le mie scelte professionali e il modo di pormi davanti ai pazienti. L'amicizia profonda e sincera che mi legò successivamente a Silvano fu per me di grande aiuto nella vita e nel lavoro: ricordo le sue frequenti presenze all'Ospedale di Sondalo per sostenere la Scuola per terapisti e offrire generosamente tutto il suo sapere e la sua competenza; ricordo i Convegni organizzati insieme; e poi le passeggiate fatte, le chiaccherate, le “pizzocherate” (era anche una buona forchetta!); e tutti in Valtellina lo ricordiamo con grande affetto e riconoscenza per quanto ci ha insegnato. Grazie Silvano !

Eugenio Occhi

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Tra i tantissimi ricordi di Silvano, mi piace particolarmente ricordare gli incontri del mezzogiorno (fino all'una meno un quarto) nel suo studio al S.Carlo... con almeno una dozzina di allievi-allieve della scuola e chi altro riusciva a presenziare (io facevo in modo di esserci quasi sempre). Si trattava infatti di un happening eccezionale, a seguito di una domanda-richiesta parlava di biomeccanica o di neurofisiologia, di un problema clinico o di modalità riabilitative, sempre in modo diverso, sempre in modo interessante, spontaneo e coinvolgente. In quelle occasioni ho imparato moltissimo, non solo a proposito degli argomenti che via via venivano trattati, ma anche e specialmente per le modalità semplici e chiare delle presentazioni - anche di argomenti complessi - e per l'estrema disponibilità del docente e la bellezza del rapporto che si creava tra insegnante ed allievi, l'uno che traeva piacere nel far capire e trasmettere nozioni spesso complesse, gli altri che attingevano ad una eccezionale fonte di sapere, tutta per loro, per 3/4 d'ora, 5 giorni per settimana... Grazie Silvano, a nome di tutti.

Alberto Lissoni

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Ciao capo!!!!!

Francesca Marforio

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Silvano Boccardi mi ha permesso di capire molte cose per l' analisi del movimento, ma soprattutto é stato maestro di umiltà, semplicità e grande umanità.
Per quello che mi rimane da vivere il mondo sarà più povero senza di lui.

Tommaso Leo

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Buona Sera:

Scrivo la presente e mi scuso se mi sono permesso di scrivere questa mail, non sono un professionista della Fisioterapia, sono il ragazzo che assisteva al Prof. Silvano Boccardi (è stato un Nonno per me), volevo solo aggiungere queste poche parole di ringraziamento alla vità per aver conosciuto al Prof. Silvano Boccardi (il nonnino), il padre della Rehabilitazione Italiana, una persona culta fino a lla fine e come voi, anch'io ho imparato tanto dal Professore.
Vi saluto e continuate come adesso di andare avanti con l'insegnamento del Professore, fatelo per il Professore ed anche per voi stessi, che il Professore sarà sempre la vostra guida, quello che il Professore vi ha datto che vada sempre in salita, per dare sempre un sorriso e tranquilità alle persone che stanno alla vostra cura.

Mi scuso di nuovo ed anche per il mio italiano, non ho un vocabolario abbondante, nonostante vi ringrazio.

Erik

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Sono un fisioterapista di Milano, feci uno degli ultimi tirocini in Don Gnocchi e scoprii accidentalmente dell'esistenza di questa magica join venture con l'ingegneria che era il laboratorio dello studio della funzione locomotoria. Decisi quasi immediatamente che quello sarebbe stato l'oggetto in qualche modo della mia tesi di diploma. Mi consultai dapprima con Cardini ma era già impegnato come correlatore in altre tesi infine con Negrini che accettò proponendomi di sviluppare dati già raccolti su un vasto campione di pazienti scoliotici cercando di tirarci fuori qualcosa. Ebbene, a tesi già impostata e già nel vivo del lavoro, una mattina passò a trovare Mauro Recalcati (mio impareggiabile tutor) il Dott. Boccardi che prima di allora per me era stato solo un mito oltre che un nome impresso sulle copertine di molteplici libri. Col suo meraviglioso humor, dopo poche mie parole su ciò che stavo cercando di sviluppare, con una pacca sulle spalle che ancora ricordo mi disse:" Quanto lavoro inutile che stai facendo!"...stava ovviamente rimarcando quanto più utile fosse indagare patologie di natura neurologica rispetto alla sfera ortopedica con tali mezzi...ed io, a difesa dei miei intenti, gli risposi che per me quella era la sola occasione di potermi approciare a questo favoloso mondo dell'analisi quantitativa accessibile a pochi eletti e che da quel momento, sebbene poi abbia svolto la mia attività come clinico, ho sempre tenuta viva quest'esperienza come faro dell'evidenza scientifica e del fare della riabilitazione una branca medica nobile. E' proprio quest'ultimo punto quello che più di tutti, a mio avviso, identifica meglio l'opera di Silvano Boccardi ed è quello per cui voglio per sempre ricordarlo nell'Olimpo dei grandi scienziati: incessantemente capaci di mettere e mettersi in discussione e scevri dai radicalismi.

Davide Cappello

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Sono un Fratello delle Scuole Cristiane. Con alcuni miei confratelli seguivamo i giovani poliomielitici nelle fasi scolastiche e postscolastiche al Centro Pilota s. Maria Nascente di Milano. Lì, ho lavorato a stretto contatto di gomito con Silvano. Ti conquistava con il suo sorriso gioioso, la sua conversazione coinvolgente, la sua memoria prodigiosa (sapeva a memoria i nomi di tutti i poliomielitici e mutilatini della Lombardia, evidenziandone le cure appropriate...), mentre era profondamente dolente e commosso quando accennava a qualche ragazzo prematuramente condannato a morte da una malattia incurabile. Profondamente colto, il suo discorso era ricco di citazioni di medici famosi, di pedagogisti di avanguardia, di grandi musicisti. Un piacere l’ascoltarlo. Pacato e pronto ad ogni evenienza: mi ero fatto male a una mano, giocando a pallacanestro - sport che, per altro, egli prediligeva – insieme ad una squadretta di poliomielitici non gravi. Immediato il suo intervento, nel quale coinvolse un fisioterapista: “Se si agisce subito, a caldo, la guarigione completa è sicura”, aveva sentenziato, sorridendo. E così è stato. Non ho più avuto fastidi. Al di là dei fatti singoli, comunque, era la sua persona nel suo complesso che si imponeva e ti conquistava. Un uomo vero in cui la cultura è stata al servizio di tanti altri uomini e ragazzi. Grazie, Silvano!

Adalberto Valerani F.S.C.

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Sono un paraplegico e ho conosciuto Silvano Boccardi perchè ho insegnato, su suo invito, alla scuola di fisioterapia dell’ospedale San Carlo. Mi ha convinto , trattandomi da “normale” come fosse possibile vivere anche senza l’uso delle gambe. Un grande uomo ed un amico carissimo. Ciao Silvano ci rivedremo nel luogo dove non servono carrozzina e stampelle, ma tu saprai ancora insegnarmi qualcosa.

Giosuè Regazzoni

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